facebook
Gli ordini effettuati prima delle 12:00 vengono spediti immediatamente | Spedizione gratuita per ordini superiori a 80 EUR | Sostituzioni e resi gratuiti entro 90 giorni

Il multitasking e il suo impatto sulla salute mentale e sulle prestazioni lavorative

Multitasking - l'illusione dell'efficienza nel mondo moderno

Nel mondo frenetico di oggi, il termine multitasking è diventato sinonimo di produttività. Negli annunci di lavoro spesso si richiede "la capacità di gestire più compiti contemporaneamente", e nella conversazione quotidiana il multitasking è considerato una competenza degna di ammirazione. Ma cos'è davvero il multitasking, qual è il suo vero significato e come funziona il cervello umano quando cerca di gestire più attività contemporaneamente?

Mentre le tecnologie come smartphone e computer gestiscono il multitasking senza esitazione visibile, per gli esseri umani la situazione è un po' più complicata. Anche se molti pensano di essere in grado di lavorare su più compiti contemporaneamente, gli studi scientifici dimostrano ripetutamente che il multitasking umano è in realtà più un mito che una strategia funzionale.

Cos'è il multitasking e perché lo amiamo tanto?

Il termine multitasking proviene originariamente dal campo dell'informatica. Indica la capacità di un computer di eseguire diverse operazioni contemporaneamente. Quando questo termine è stato trasferito nel linguaggio comune, ha iniziato a essere usato per indicare la capacità di una persona di dedicarsi a più compiti contemporaneamente, come scrivere un'e-mail, telefonare e allo stesso tempo seguire le notizie sui social media.

A prima vista, sembra il modo ideale per gestire più lavoro in meno tempo. In una cultura che spesso premia il ritmo e le prestazioni, il multitasking è diventato una sorta di prova di efficienza. Le persone si sentono più efficienti, importanti e produttive. Tuttavia, come dimostrano le ricerche psicologiche, l'effetto della vera concentrazione è spesso esattamente l'opposto.

Multitasking nel cervello umano - come (non) funziona?

Il cervello non è progettato per elaborare più compiti coscienti contemporaneamente. Ciò che in pratica viene definito multitasking umano è piuttosto un rapido passaggio dell'attenzione tra le diverse attività. Ed è proprio questo passaggio che è molto impegnativo, sia a livello energetico che di tempo.

Secondo uno studio dell'Università di Stanford, le persone che tentano di fare multitasking hanno una capacità peggiore di filtrare le informazioni irrilevanti, impiegano più tempo a passare da un compito all'altro e commettono errori più frequentemente. In altre parole, quando cerchi di scrivere un'e-mail di lavoro e allo stesso tempo rispondere a un collega in chat, il risultato sarà spesso un lavoro di qualità inferiore e un livello di stress più alto.

Lo conferma anche la ricerca dell'American Psychological Association, che ha scoperto che nel passaggio tra due compiti mentali, una persona può perdere fino al 40% del proprio tempo produttivo. Quindi, invece di risparmiare tempo, lo si perde, e inoltre ci si espone a un rischio maggiore di affaticamento mentale.

Esempi dalla vita quotidiana

Riflettiamo su una situazione comune: sei al computer, rispondi alle e-mail, controlli il cellulare ogni pochi minuti per vedere se qualcuno ha scritto, e stai cercando di partecipare a una riunione online. Il risultato è che ricordi poco della riunione, dimentichi di allegare un documento importante all'e-mail e invece di risparmiare tempo, finisci con un senso di esaurimento.

E ora immaginiamo un altro scenario. Immagina un conducente che telefona durante la guida, anche se ha il vivavoce. Secondo uno studio della Royal Society for the Prevention of Accidents del Regno Unito, telefonare durante la guida rallenta il tempo di reazione più che guidare sotto l'effetto dell'alcol. Questo è un esempio spaventoso ma eloquente del fatto che il cervello umano non può davvero dividere efficacemente l'attenzione tra due compiti impegnativi.

Perché pensiamo di riuscire a multitaskare?

Parte della risposta sta nel fatto che ci sembra di essere efficienti. Il cervello umano è infatti progettato per notare i risultati, non necessariamente la qualità. Possiamo gestire più compiti semplici e meccanici (come ascoltare musica e piegare il bucato), ma non appena si tratta di attività che richiedono una concentrazione più profonda, il multitasking ci rallenta.

Un altro problema è che spesso confondiamo il multitasking con il rapido cambio di attenzione, il che crea al cervello l'illusione della produttività. Come afferma Earl Miller, neurologo del MIT: "Il cervello non è fatto per essere multitasking. Passare da un compito all'altro è impegnativo e spesso non ci rendiamo conto di quanto ci esaurisce."

Multitasking nell'ambiente di lavoro

Nella cultura dell'ufficio, il multitasking è spesso considerato una competenza chiave. Le persone sono spinte a gestire e-mail, riunioni, telefonate e messaggi su Slack in un'ora. Il risultato è stress, esaurimento e un calo della qualità del lavoro. Alcune aziende stanno iniziando a notarlo e stanno introducendo blocchi di "deep work", durante i quali i dipendenti possono dedicarsi a un solo compito senza interruzioni.

Un esempio interessante è la società di software tedesca SAP, che ha introdotto "tempi di silenzio", durante i quali non è consentito pianificare riunioni o rispondere alle e-mail. I dipendenti hanno così lo spazio per concentrarsi davvero. Il risultato è non solo una maggiore efficienza lavorativa, ma anche un miglior benessere mentale.

Multitasking umano vs. tecnologia

Mentre un computer può avviare un aggiornamento, riprodurre musica e allo stesso tempo aprire un documento, il cervello umano funziona diversamente. Ha una capacità limitata di memoria di lavoro e reagisce sensibilmente alle interruzioni. Ogni cambio di attenzione richiede che il cervello "cancelli" le informazioni precedenti e le sostituisca con nuove, il che comporta tempo e forza mentale.

Non è un caso che negli ultimi anni stia diventando popolare il cosiddetto monotasking, la capacità di dedicarsi a un solo compito alla volta. Questo approccio è sostenuto anche da applicazioni per bloccare le distrazioni, come Forest o Freedom. L'utente imposta un blocco di tempo durante il quale non può accedere ai social network o ad altri siti di distrazione. Il risultato è un tasso più elevato di compiti completati e un minor senso di sovraccarico.

Come imparare a lavorare senza multitasking?

Modificare l'approccio al lavoro e alle attività quotidiane può essere difficile, ma vantaggioso. Inizia dividendo la tua giornata in blocchi e durante ciascun blocco dedicati a un solo compito. Quando scrivi un messaggio, non leggere contemporaneamente le e-mail. Quando telefoni, evita di navigare su Internet.

Un buon aiuto può essere la tecnica del Pomodoro: lavori per 25 minuti con la massima concentrazione e poi fai una pausa di 5 minuti. Questo ritmo aiuta a mantenere alta la concentrazione senza sentirsi sovraccaricati.

E se sei tentato dal multitasking durante i momenti di riposo, prova una semplice regola: fai le cose completamente. Stai mangiando? Non inviare SMS allo stesso tempo. Stai facendo una passeggiata? Non rispondere alle e-mail di lavoro.

Multitasking e uno stile di vita sano

È interessante notare che la connessione tra multitasking e stile di vita si riflette anche nella nostra salute fisica e psicologica. Il continuo passaggio tra i compiti aumenta i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress. Questo può portare a stanchezza, disturbi del sonno e un aumento del rischio di disturbi d'ansia.

Uno stile di vita sano non riguarda solo il cibo e l'esercizio fisico, ma anche come gestiamo la nostra attenzione. La concentrazione consapevole e la capacità di essere "qui e ora" si dimostrano uno dei pilastri del benessere mentale. Da qui deriva la popolarità della mindfulness, della meditazione o del detox digitale.

L'esperienza dimostra che quando le persone riducono le distrazioni e iniziano a fare le cose con piena attenzione, migliora non solo la loro efficienza, ma anche la qualità della vita – nel lavoro, nelle relazioni e nel rapporto con se stessi.

In un'epoca in cui sembra che il multitasking sia una necessità, la sfida più grande – e allo stesso tempo il più grande vantaggio – può essere la capacità di disattivare le notifiche, chiudere dieci schede aperte e dedicarsi a una sola cosa. E proprio qui può risiedere la vera arte dell'efficienza.

Condividi questo
Categoria Ricerca